Sto tornando da Pisa in treno ma la mia mente è già
proiettata al viaggio che mi aspetta, insieme al trio Livia-Furio-Vale, per
raggiungere il caratteristico borghetto umbro di epoca medievale costruito su
un piccolo promontorio che, nei giorni seguenti, sarebbe diventato il centro
d’Italia (non solo geograficamente).
A Narni infatti si sarebbe tenuto l’annuale Raduno Nazionale
di Speleologia, evento che riesce a richiamare e convogliare in un unico luogo
molti di noi; esploratori e geografi del buio che hanno in comune la passione
della speleologia, delle grotte e di tutto il mondo che ruota attorno ad esse.
Arrivato a casa, in fretta e furia finisco lo zaino. Mi
carico tutto in spalla, parto con lo scooter e, dopo essere passato in sede del
GSP a recuperare una tenda lasciataci dal buon Carlo, mi avvio in direzione di
Noale, luogo d’incontro dei 4 temerari in partenza per il raduno!
Ci aspettano tre le 4 e le 5 ore di macchina e purtroppo non
possiamo utilizzare, come teletrasporto, il passaggio inter-dimensionale
all’interno dell’armadio del noto film “Le cronache di Narnia”. Si dice che per
il titolo di questo film abbiano ripreso proprio l’antico nome di Narni, per l’appunto
“Narnia”.
No comment. Era l'eccitazione della partenza |
Un forte mal di testa mi raggiunge poco dopo la partenza
(questo viaggio inizia bene!), ma questo non mi impedisce di scartavetrare le
palle a Furio per obbligarlo a scrivere il post sull’uscita in grotta con i
ragazzi disabili di quasi due settimane prima (leggi post http://bit.ly/1P7VHOB ).
Il tempo è abbastanza nuvoloso ma il meteo dice che i prossimi
giorni saranno caratterizzati da tempo sereno con temperature che arriveranno
anche a 20°C (per essere fine ottobre… fantastico!)
Mentre Furio scrive, Vale guida, Livia dorme e io rantolo in
stato vegetativo/comatoso, verso le 19 siamo in mezzo all’Appennino dove il
cielo finalmente si schiarisce e “uscimmo
a riveder le stelle” [cit.]
La prova che qui si dorme! |
Urlo di gioia quando scorgiamo il primo cartello con
indicazione NARNI! Il navigatore ha fatto il suo lavoro (strano).
Alle 21 e spiccioli arriviamo finalmente al paese, troviamo
per botta di… “chapet” un parcheggio e ci incamminiamo all’avventura, per
capire dove ci si registra, dove si mangia e dove si dorme.
Dopo esserci censiti, aver comprato maglietta souvenir e
ricevuto sportina omaggio andiamo allo Speleobar per rifocillarci a dovere,
partendo tanto per cominciare dai mitici arrosticini. Gli altri del GSP (Luca,
Carlo, Adriano, Gianfranco, Irene, JP, Greta e Domenico) sarebbero arrivati al
raduno l’indomani.
Ora arriva il momento critico; ovvero trovare un posto dove
accamparci. Poco fuori dalle mura del paese troviamo un parco pubblico che è
stato dato in concessione ai “tendisti”. Troviamo un bello spiazzetto in
angolo, isolato, libero. Cominciamo a stendere le tende ma poi capiamo perché
era un bello spiazzetto completamente libero...è il bagno!
Le mura di Narni - Foto Alberto Ciampalini |
Selfie di gruppo |
Prima stella a destra questo è il cammino |
Speleobar - foto Alberto Ciampalini |
................. - Foto Alberto Ciampalini |
Arrediamo per bene la tenda - Foto Alberto Ciampalini |
Il parco "tendisti" - Foto Livia Savioli |
30 Novembre, tutti in piedi alle 9.30 per andare a fare
colazione e partecipare alla prima conferenza della giornata sui fossili delle
grotte.
Conferenza di apertura - Foto Alberto Ciampalini |
Finita la conferenza subito a pranzare allo Speleobar che si
è riempito anche degli speleo che sono sopraggiunti a Narni la mattina di
venerdì. Più siamo, più bello è.
L’imbarazzo della scelta su quale stand gastronomico
dirigerci non ci ha fermati. Chi ha preso da mangiare dai trentini, chi dai
siciliani, chi dai calabresi, chi (Furio) da più contemporaneamente.
Primo pranzo - Foto Alberto Ciampalini |
Speleobar - Foto Alberto Ciampalini |
Il pomeriggio è dedicato nuovamente alle innumerevoli
conferenze e proiezioni che occupano tutto l’arco della giornata dalle 9 di
mattina fino anche alle 10 di sera. Dalle proiezioni del gruppo La Venta in
Chapas (Messico) a conferenze sui chirotteri, da conferenze su scansioni 3D a
basso costo a quelle tenute dall’ESA e dal nostro Francesco Sauro sulle
frontiere delle nuove tecnologie da poter applicare alla speleologia; passando
dalle grotte di Ghiaccio in Conturines (Alessio Romeo e il solito Francesco Sauro)
e dalle grotte più grandi del mondo in Cina e Tibet con i rilievi laser scanner
di National Geographic arrivando addirittura alle grotte extraterrestri. Il
materiale d’intrattenimento certo non mancava.
Arbol de Navidad - Foto Alberto Ciampalini |
ESA CAVES - Foto Alberto Ciampalini |
Allo stand materiali ci rifacciamo gli occhi per vedere cosa
poter comprare. Io acquisto un bel calendario speleologico 2016 e due libri La
Venta, Furio un sacco personale (perché a casa a mani vuote proprio non voleva
tornare) e Valentina un nuovo amichetto da compagnia... che però ha subito
capito chi è il più simpatico
Un nuovo amico - Foto Valentina Costantini |
Beh ora non sto ad elencarvi per interno quello che abbiamo
fatto in due giorni ma è tutto riassumibile nella scena in cui Valentina ha
cercato di aprire la tenda con il pulsante della macchina. Immaginate voi.
Il famoso Thomas Edison ad una conferenza disse “Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho
trovato millenovecentonovantanove modi su come non va fatta”. Ecco, qui in foto
potete vedere uno degli innumerevoli modi in cui non aprire una bottiglia di
vino… con un picchetto da tenda.. e per di più piegato.
Metodi non convenzionali - Foto Alberto Ciampalini |
Un sacco di risate in mezzo a 2000 compagni speleo che, con
fiumi di alcool in corpo, movimentano sempre le serate sotto al tendone.
Voglio ringraziare l’organizzazione dello Speleoraduno che
si è fatta un mazzo tanto per poterci letteralmente far invadere un paese, i
miei compagni di viaggio che al ritorno in macchina si sono fatti prendere da
un impeto di “latinorum” e tutti gli altri del GSP che sono venuti fino a
Narni.
Speleo-botanica - Foto Valentina Costantini |
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