Prima uscita del corso.
Ho visto i miei nuovi compagni due volte soltanto, non li conosco ancora.
Nel viaggio parliamo, ci conosciamo.
Arriviamo ci vestiamo impacciatamente e non senza aiuto. Entriamo.
Buio, odore di grotta (in tutto il corso non sono riuscita a definire questo odore in nessun modo, ogni grotta ha il suo, eppure sono uguali), sassi, fango, tanto fango, voci calme, bestemmie.
Fuori piove, dentro sembra scomparire tutto. Prima un passo poi un altro.
Seguiamo l'acqua, ci corre a fianco incurante di tutto. Ci infiliamo in una srtettoia, ho già gomiti e ginocchia ammaccati.
Saliamo, scendiamo, sorpassiamo massi enormi.
Entriamo in un meandro, tutto si fa più stretto e bagnato. Poi si apre in una spiaggetta.
Mangiamo poi cominciamo a risalire.
Altre botte, lividi, graffi e fango, fango ovunque anche in bocca.
Usciamo, ci spogliamo, i lividi si fanno sentire.
Ridiamo, beviamo, chiacchieriamo.
Il giorno dopo a scuola mi fa male poggiare i gomiti sul banco.
Nelle uscite seguenti la storia si ripete; lividi ovunque a volte di più a volte meno.
Ma le grotte mi attraggono troppo per rinunciarvi.
Una cosa ho capito durante questo corso: la felicità e il divertimento di entrare, esplorare, scoprire questi posti bui, supera di gran lunga i dolori dei giorni seguenti.
Alice
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