A te che hai curve di donna e spigoli acuminati che discendono dalla testa e salgono dai piedi, un labirinto intricato di concrezioni capaci di vibrare, di emettere suoni e di reggere il peso di umani aggrappati alle tue creazioni di antica bellezza. Nelle tue cavità riverbera il cuore e la voce si fa rotonda e lontana, regna la quiete nei miei occhi vigili e attenti e nel tuo grembo allo stesso tempo confido e prendo confidenza con il buio, con il vuoto, con le anguste impervie vie e con zone altisonanti di me.
Non saprei bene come definirti. Sicuramente sei un viaggio di introspezione geologica, ma anche di introspezione umana. Il tuo colore sembra un nero misto al blu, ovunque guardo, ti presenti a me come una gigantessa, impavida, sicura di te e, a dirla tutta, risulti non sempre molto ospitale. Tu sei lì non in attesa, ma nel tuo pieno ciclo vitale, ma allo stesso tempo sembri vivere del batticuore di chi ha il coraggio di scoprirti, di illuminarti e di affidarsi alle tue membra. Chi scende e risale lungo la tua schiena, pazzi innamorati della vita, si nutrono del tuo ritmo dove il respiro accompagna la progressione, dove in ogni distensione e contrazione il tempo si dilata e il silenzio ti accompagna.
Mi sento piccola e rispettosa del tuo mistero. Mentre discendo la corda, come un minuscolo punto di luce nel vuoto ignoto, la corda passa tra le mani e mentre scopro parti di te, nei tuoi intricati meandri, le mie personali strettoie si fanno più larghe. La paura del vuoto non è più così spaventosa. Ho imparato che entrare al tuo interno, nei tuoi inviluppi e sviluppi, richiede unione tra mente e corpo, richiede una sinergica attrazione dei sensi, tu che li aiuti a farsi più acuti. Quando si è dentro al tuo grembo c’è una musica particolare: il silenzio che è metafora del farsi cauti e coraggiosi. Le persone con cui poter fare esperienza di te sanno ridere e parlare di buon cuore e soprattutto mangiare di buon gusto!
Tu sei il luogo dove i pensieri non hanno tempo di correre, di rincorrersi o di prendersi a pugni perchè hai il potere di neutralizzare allo stesso modo le preoccupazioni come i sogni per tutto l’ impegno e la concentrazione che richiedi, tu imponi di stare nel qui ed ora senza esitazione, ma sarò sincera, mentre ti risalgo esulto nel ricercare ciò che vive sopra di te, immagino i colori che avvolgeranno lo sguardo oltre la tua bocca.
Non saprei bene come definirti. Sicuramente sei un viaggio di introspezione geologica, ma anche di introspezione umana. Il tuo colore sembra un nero misto al blu, ovunque guardo, ti presenti a me come una gigantessa, impavida, sicura di te e, a dirla tutta, risulti non sempre molto ospitale. Tu sei lì non in attesa, ma nel tuo pieno ciclo vitale, ma allo stesso tempo sembri vivere del batticuore di chi ha il coraggio di scoprirti, di illuminarti e di affidarsi alle tue membra. Chi scende e risale lungo la tua schiena, pazzi innamorati della vita, si nutrono del tuo ritmo dove il respiro accompagna la progressione, dove in ogni distensione e contrazione il tempo si dilata e il silenzio ti accompagna.
Mi sento piccola e rispettosa del tuo mistero. Mentre discendo la corda, come un minuscolo punto di luce nel vuoto ignoto, la corda passa tra le mani e mentre scopro parti di te, nei tuoi intricati meandri, le mie personali strettoie si fanno più larghe. La paura del vuoto non è più così spaventosa. Ho imparato che entrare al tuo interno, nei tuoi inviluppi e sviluppi, richiede unione tra mente e corpo, richiede una sinergica attrazione dei sensi, tu che li aiuti a farsi più acuti. Quando si è dentro al tuo grembo c’è una musica particolare: il silenzio che è metafora del farsi cauti e coraggiosi. Le persone con cui poter fare esperienza di te sanno ridere e parlare di buon cuore e soprattutto mangiare di buon gusto!
Tu sei il luogo dove i pensieri non hanno tempo di correre, di rincorrersi o di prendersi a pugni perchè hai il potere di neutralizzare allo stesso modo le preoccupazioni come i sogni per tutto l’ impegno e la concentrazione che richiedi, tu imponi di stare nel qui ed ora senza esitazione, ma sarò sincera, mentre ti risalgo esulto nel ricercare ciò che vive sopra di te, immagino i colori che avvolgeranno lo sguardo oltre la tua bocca.
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