I monti azzurri dietro casa sono da sempre nel mio cuore. In
particolar modo la loro propaggine a Nord, che guarda da lontano l'arco
alpino lasciandosi a ovest i Colli Berici. Certo, gli Euganei sono
rilievi montuosi modesti, come modeste sono le cavità naturali che
nascondono, ma vuoi per il vecchio e comune desiderio di avere le cose
che più ci piacciono ed appassionano anche vicino casa, vuoi per la loro
unicità e anche per un sano campanilismo, che un sabato mattino di fine
febbraio uno sparuto gruppo di speleo patavini si muove alla ricerca di
cavità ipogee alla base della sella del Passo Fiorine sotto le pendici
del Monte Grande e del Monte Madonna a Rovolon.
Parcheggiata l'auto in piazza, ci dirigiamo verso il bosco puntando
un paio di speroni rocciosi che spuntano fuori dalle cime dei castagni
sempre più soffocati dalla giungla di robinia che l'incuria e
l'abbandono favorisce. Il sottobosco, carico di fogliame in questa
stagione dell'anno, lascia comunque spuntare una notevole quantità di
blocchi più o meno grandi di trachite euganea che con il suo grigio e la
sua rugosità mi ha da sempre trasferito piacevoli sensazioni.
Foto: Mattia (Cavallo) Nardo |
Oggi, in
particolare, sogno conferme, ovvero di aver individuato dopo
innumerevoli tentativi infruttuosi una piccola cavità; il Bus del Toni.
Avevo lasciato queste ricerche circa una settimana prima per le ridotte
condizioni di sicurezza offerte dalle paretine prossime all'accesso,
che mi avevano portato a più miti consigli e a richiedere rinforzi. La
nostra, d'altronde, è un'attività di gruppo ed è solo in gruppo che puoi
godere appieno delle escursioni, anche delle più piccole esplorazioni
come questa.
Ingresso grotta "Bus de Toni". Foto: Marco Romano |
Giungiamo sulla cengetta a mezza parete che permette l'affaccio
sull'ingresso della piccola cavità, un bellissimo delta nella grigia
trachite con un'altrettanto bella oscurità che giace rintanata nel buco.
Alzo lo sguardo verso la parete alla ricerca di possibili ancoraggi e
vedo infisso in una frattura della roccia un chiodo piuttosto datato,
cosa che mi fa capire di aver trovato finalmente l'agognato Bus del
Toni, in quanto tale cavità era già stata rilevata e documentata dal GSP
CAI sin dagli anni '70. Ci mettiamo quindi al lavoro per doppiare la
partenza del piccolo saltino di un paio di metri che conduce
all'ingresso. Mattia incomincia a lavorare con martello e pianta uno
spit, mentre, forse un po' troppo precipitosamente, io, Marco e Saverio
scendiamo in sicura con un mezzo barcaiolo al vecchio chiodo.
Giustamente arrivano pronti i rimproveri di Claudio… la sicurezza non è
mai troppa.
Cacciamo finalmente la testa dentro e a ruota tutto
il corpo, anima e mente. Con otto passi raggiungo il fondo della grotta
che effettivamente per dimensioni non eccelle ma le sue peculiari
caratteristiche sono ben altre.
La forma triangolare si mantiene
anche all'interno, e gli spazi sono sufficientemente ampi da accoglierci
comodamente. E' bello sentirsi avvolti dalla trachite, osservare le sue
forme ed accucciarsi sul fondo osservando la luce esterna che entra
rifrangendosi sulla pozza d'acqua che bagna l'ingresso.
L'interno. Foto: Marco Fioraso |
L'interno. Foto: Alberto (Rabosello) Ciampalini |
Marco e Claudio disquisiscono sulle varie ipotesi di genesi della
cavità elucubrando come ad un simposio di geologia. Me la godo
ascoltandoli.
Godo pure del calduccio determinato soprattutto
dall'assenza della fredda brezzolina di questa mattina di fine inverno,
infatti qui dentro si stà proprio bene. Osservo un bel ragno che scende
rapido sulla sua semistatica tipo A e lo saluto mentre mi accingo ad
uscire.
Arrivano anche Maurizio e Mattia (Cavallo) che dopo il
lavoro accurato di armo si godono i brevi istanti di visita del Bus del
Toni.
Ma non è finita qui. La mia ricerca era cominciata da
alcune indicazioni prese da Internet e tra queste spiccava anche una
foto dell'ingresso che non corrisponde assolutamente con la morfologia
della grotta riscoperta questa mattina. E allora che buco è? Un'altra
grottina nella trachite?
Effettivamente le descrizioni presenti
on-line sull'ubicazione di quest'ultima grotta non corrispondevano con
il sito del Bus del Toni. Non ci restava che dare il via ad una serrata
battuta di caccia su e giù per le pendici del Monte Grande. Nel
frattempo ci raggiunge Alberto (Rabo) che non perde occasione per tirare fuori illuminatori e flash da dare in mano a tutti, salvo poi rendersi conto delle effettive ridotte dimensione della grotta. Opta per una veloce foto col cellulare.
Dopo una breve sosta alla croce che si affaccia sull'abitato di
Rovolon e che offre una splendida vista sulla pianura, rifocillati
dall'ottima mortazza di Claudio decidiamo di buttarci a capofitto lungo
lo sperone roccioso alla cui base dovrebbe esserci quest'altra grotta.
Il gruppo. Foto: Marco Romano |
La fitta vegetazione e la tipologia di macchia ricca di rovi acuminati
ci rende le ricerche assai faticose. Preso dalla foga, osservata una
zona rocciosa rientrante che suggeriva un possibile ingresso, mi butto a
pesce lungo una traccia animale, percorro qualche metro strisciando e
come un tasso mi ritrovo accucciato in un incavo della roccia in quella
che molto probabilmente è una tana.
Nessuna grotta, nessun ingresso simile a quello rappresentato dalla fotografia.
Sembriamo
cinghiali affamati tanto che ci mettiamo a frugare il sottobosco in
corrispondenza delle pareti rocciose per stanare qualche anfratto. Ce ne
sono parecchi, per la verità, ma tutti di infime dimensioni, ma
l'ostinazione è tanta e proviamo a testare la profondità di questi
piccoli pertugi con dei rami lunghi al massimo un paio di metri ma
assolutamente sufficienti per tastare il fondo.
Niente da fare.
Incominciamo ad essere stanchi e decidiamo di ritornare alle auto, non
prima di pensare ad un bel birrozzo con affettati annessi su in Baita
Fiorine.
Giusta e meritata fine di una bella giornata che ci vede
ancora curiosare sul fondo della grottina di Santa Felicita alla
chiesetta di Sant'Antonio Abate sull'altro versante del monte dopo il
Salto delle Volpi.
Sculture lungo il sentiero. Foto: Alberto Ciampalini |
Colli Euganei ci rivedremo presto alla ricerca
delle piccole ma speciali "grotte" nella vostra trachite e non solo. A
rivederci presto.
Marco Romano
Panoramica sopra Rovolon. Foto: Alberto Ciampalini |
1 commento:
Ormai lo cerco da tempo senza successo. Potreste mettere le coordinate GPS dell'ingresso?
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