“Andiamo via leggeri, 3 o 4 fix e ci si arriva”….queste son
state le parole di Cesco al telefono ad inizio marzo, alla vigilia della prima
uscita per provare a raggiungere questo promettente ingresso in parete in una
laterale della Valle del Mis, visto casualmente su una fotografia online... Già,
mai fidarsi di una fotografia!
E così, in una domenica uggiosa di inizio marzo, guidati dal
buon Elvio, scopritore e fotografo del nostro obiettivo, ci siamo addentrati in
valle, per questo avvicinamento di circa 2 ore tra cenge, mughi e passaggi esposti,
i tipici ambienti selvaggi e inesplorati di questa zona.
L’immagine successiva è quella di un gruppo di 8 persone
alla base di un anfiteatro naturale con pareti alte 100/150 metri, una serie di
pieghe e sovrascorrimenti rende il posto particolarmente interessante anche dal
punto di vista geologi, ma l’attenzione è tutta per questo enorme portale che
si affaccia sopra di noi...tanto sopra di noi…troppo sopra di noi!
Si è capito subito che con i nostri miseri 30 metri di
statica e una decida di fix non saremo andati molto lontani. Così dopo vari
tentativi di Cesco in arrampicata di raggiungere una serie di passaggi che
sembravano percorribili, tra roccia marcia, stillicidio e un infame ghiaino, si
è optato per una classica risalita in artificiale che ci ha permesso di
arrivare fino circa a metà strada, sotto questo imponente portale.
La prima giornata si è così conclusa con una sosta in parete
una decina di metri sopra la prima parte leggermente più gradonata, senza più
materiale.
Domenica 24/03
Questa volta il mucchio di corde e ferraglia che emerge dai
bauli delle nostre auto, pronto per essere diviso tra i vari zaini, è
innumerevole. Dopo essere stati completamente ingannati la prima volta dalla
prospettiva con cui era stato fotografato l’ingresso in parete, questa volta ci
siamo mossi in assetto pesante, con l’obiettivo di raggiungere quell’immenso
portale.
Il gruppo è quello della prima volta, Cesco, Daniela,
Ciccio, Luca e Marco U e la giornata è splendida, ma non vedremo praticamente
mai il sole a causa dell’esposizione del versante. L’avvicinamento ormai è
stato memorizzato e in tarda mattinata raggiungiamo il maestoso anfiteatro
pronti a riprendere la risalita.
Il primo a partire, con Marco alla sicura è Ciccio, che
riesce a passare la parte più strapiombante ma fortunatamente abbastanza sana
di tutta la risalita. Dopo una decina di attacchi, la roccia è nuovamente un
marciume: sosta su ancoraggio triplo e ci diamo il cambio, procedo io con la
risalita con Cesco alla sicura.
Questa parte di parete è più appoggiata, ma la roccia è
veramente pessima; si pianta non dove suona bene, ma dove suona meno peggio e,
fatalità, non ci si riesce a spostare dalla verticale, rendendo le operazioni di
pulizia e disgaggio particolarmente delicate. Raggiunto un piccolo terrazzino
dopo un’altra decina di fix, altra sosta tripla e altro cambio, io mi metto alla
sicura e lascio volentieri a Cesco l’ultima decina di metri particolarmente
rognosi.
Sono le 18.00 quando finalmente siamo entrambi all’ingresso
di questo portale alto quasi 50 metri, da cui assistiamo ad un tramonto
magnifico sui Monti del Sole.
Purtroppo la nostra meta tanto ambita, si rivela
essere solamente un grosso covolo, interrompendo così le nostre speranze di
poter trovare una qualche prosecuzione.
Qualche foto con la gopro e si scende, io per la
progressione, portando via più materiale possibile e Cesco a doppie disarmando
tutto il resto.
Dopo qualche peripezia sono le 19.00, è quasi buio e siamo
ancora nell’anfiteatro alla base delle pareti.
La discesa, soprattutto la prima parte si rivelerà
particolarmente insidiosa senza riferimenti, ma alle 20.30 siamo finalmente
alle macchine, contenti per la girata e rammaricati per l’esito.
Ma d’altronde anche lo “zero” è un dato!
Luca