Corso di Rilievo topografico ipogeo con metodo tradizionale
Il fascino di dare una forma a un susseguirsi di vuoti
Nel week end del 24/25 febbraio 2018 si è
tenuto a Satriano di Lucania il corso di rilievo topografico ipogeo con metodo
tradizionale organizzato dal Comitato Esecutivo Regionale Campania, Molise e
Basilicata della CNSS-SSI in collaborazione con la Scuola di Speleologia
Lucana.
Si è trattato di un week end formativo in
cui si sono alternate lezioni teoriche e attività pratiche volte ad acquisire i
rudimenti su come si esegue il rilievo di una grotta, cioè come si può
riportare su carta, e quindi in 2D, il suo sviluppo tridimensionale.
Con grande piacere ho potuto prendere parte
a questo corso. E ho pensato di condividere la mia esperienza.
Mi sono avvicinata al mondo della
speleologia da due anni…sono ancora una principiante. Fin da subito questo
mondo mi ha rapita, facendomi appassionare. Ho mosso i miei primi passi con il
Gruppo Speleologico Padovano e fin dagli inizi sono stata travolta e
affascinata dai racconti su grotte come la Spluga della Preta e i Piani Eterni.
Ho sempre nella mente qualche serata in cui in gruppo si era dispiegato quel
grande foglio che prendeva metà tavolo con il rilievo della Preta, o quando
alla casera sulla piana dei Piani Eterni, nei momenti di riposo, ci si
ritrovava attorno al tavolo e si tiravano fuori quei rotoli di carta, un po’
vissuti e con i bordi mangiati, che riportavano lo sviluppo di un complesso che
sembra non finire mai. Il dito di chi la grotta la conosce bene si muoveva
morbidamente su quei fogli, quasi a tracciare il percorso che si fa nella
realtà, con corde o attraversando fessure e meandri. Io seguivo con gli occhi,
ripercorrevo nella mente i tratti che avevo potuto già percorrere nella realtà,
e mi immaginavo quelli ancora a me ignoti, ricreando gli ambienti attraverso i
racconti. Li guardavo, un misto di fascino e desiderio di poter un giorno
vedere anche quegli angoli di grotta in cui non sono ancora stata, ma di cui ho
sentito solo i racconti o letto pagine di libri.
Questo è ciò che permette l’attività di
rilievo: portare nel mondo esterno ciò che possiamo percorrere, o che altri
hanno percorso, sotto terra. Renderlo disponibile a chi sta fuori e che magari
sogna di vederlo…o che talvolta nemmeno sa che là sotto c’è qualcosa!! Fornire
una mappa per poter guidare i futuri esploratori, dare indicazioni del percorso
che li aspetta e della bellezza di ciò che possono trovarvi e dei punti in
sospeso che possono nascondere ancora delle affascinanti sorprese.
Ecco…guardavo quei rilievi…e ogni volta
sentivo di avere un conto in sospeso. Ripensavo al mio primo rilievo, fatto in
una delle lezioni del corso di introduzione alla speleologia. All’epoca, forse,
ci capivo ancora poco e, beh, il risultato non era del tutto attinente alla
realtà. Poligonali che non si chiudevano, ambienti che nella realtà non
esistevano ma che su quel foglio di carta millimetrata avevano inspiegabilmente
preso forma… beh… c’era da migliorare decisamente.
Questo è il motivo che mi ha spinta a
cogliere l’occasione al volo non appena ho saputo che si teneva questo corso.
Volevo imparare a capire quelle carte che spesso vedevo in gruppo o in casera,
imparare a come dare vita, dare una forma, a quel susseguirsi di vuoti nei quali
ci muoviamo quando andiamo in grotta.
E così, da poco adottata dal Gruppo
Speleologico Vespertilio (mi sono spostata in Puglia per lavoro), con Giacomo e
Michele, venerdì sera siamo partiti alla volta di Satriano di Lucania. Una
pausa al volo al punto di ritrovo per unirsi a Giampaolo, Angela e Vincenzo
(ero pure emozionata di conoscere il presidente della SSI!!) e poi via verso
Potenza.
Il viaggio è volato...tra le mille domande
di Giacomo sulla mia vita, che ormai potrebbe scrivere la mia biografia (se perdo
la memoria, posso tranquillamente chiedere a lui!!!!). Arrivati a Satriano, ci
siamo rifocillati con alcuni amici Lucani, per poi darci appuntamento al giorno
dopo. Rigorosamente al bar tra le sette e sette mezza perché solo in quell’arco
di tempo Rocco sarebbe stato ad aspettarci per offrire la colazione a
tutti!!!!!
Per le due notti, Rocco ci aveva messo a
disposizione una delle sedi della protezione civile di Satriano. Con grande
meticolosità, aveva preparato le brandine per tutti, ognuna con una sedia dove
poter appoggiare le nostre cose. Con l’immancabile quadro che è stato
prontamente posto sopra il letto di Angela. Dopo un sorso di vino (proveniente
dalla cantina vinta a una lotteria!!!) e qualche tarallo, ci siamo infilati
tutti nei nostri sacchi a pelo per la nanna.
Sabato mattina, alle 7 tutti svegli.
Avevamo solo 29 minuti per farci trovare puntuali al bar per la colazione!!
Dopo esserci svegliati con un bel caffè,
cornetto e una partita a calcetto, e riuniti con tutti i partecipanti, ci siamo
diretti al castello di Satriano, per la parte teorica del corso.
Uno scorcio del paese Satriano di Lucania (foto: Savioli) |
Dopo l’introduzione da parte di Giampaolo
(Direttore del corso), di Vincenzo Martimucci (Presidente SSI) e dei rappresentanti delle Scuole di
Speleologia che hanno collaborato al corso, Paolo ci ha dato i primi rudimenti,
spiegandoci le tipologie di cavità, come scegliere il punto di partenza e quali
riferimenti adottare e infine gli strumenti necessari per il rilievo in grotta:
rullino o disto per le misure di distanza, la bussola per l’orientamento,
l’inclinometro per la direzione, matita, fogli e quaderni, magari anche quelli
plastificati perché migliori in ambienti umidi come la grotta, per riportare le
misure e fare già un abbozzo, come suggerito poi da Nino.
Usciti dalla grotta ci servono righello,
goniometro, matita, carta millimetrata e carta da lucido per la restituzione
dei dati.
Come poter informare poi le persone del
nostro lavoro? Il catasto!!!! Una volta prese le nostre misure e riportate su
carta, occorre registrare la grotta al catasto, compilando l’apposita scheda
nella quale si riportano le informazioni: coordinate geografiche per
localizzare l’ingresso, la zona in cui si trova, l’avvicinamento, lo sviluppo...
In questo modo si rende nota la grotta anche a chi non vi è mai stato!! E
possibilmente senza farlo perdere alla ricerca dell’ingresso!!!
Poi Nino ci ha spiegato come arricchire il
nostro rilievo con i vari particolari: massi lungo il percorso, tipo di pavimento
su cui ci muoviamo, caratteristiche alle pareti, sul soffitto, tipologia di
roccia, anche eventuali stratificazioni. Ognuno può sviluppare il proprio
stile, decidendo quali informazioni inserire, se fare un rilievo dettagliato o
essenziale…l’importante è fornire a chi lo legge le informazioni necessarie a
comprendere la grotta.
Nella sala dove si è svolta la parte teorica del corso (Foto: Paladino) |
Apprese le basi, abbiamo formato le
squadre. Tre squadre si sarebbero dedicate a tre rami differenti di una grotta,
una squadra avrebbe rilevato la ‘Grotta delle cantine’. Rocco, Roberto,
Vincenzo ed io avevamo il compito di rilevare uno dei rami di quella che poi
denomineremo ‘Grotta del Palo’. I nomi in speleologia hanno sempre un loro perché…e
questa volta non poteva essere da meno. Nella parte iniziale della grotta, un
lungo palo la attraversa…forse la rimanenza di una vecchia trivella.
Preparate le nostre sacche di rilievo, i
fogli su cui riportare le misure, fatto un po’ di prove sull’uso degli
strumenti, partiamo per raggiungere le nostre mete. Pranzo al volo consegnatoci
dal nostro Rocco, che per tutto il week end si è preso cura di noi con grande
dedizione, un gustosissimo panino con la parmigiana (da leccarsi i baffi, ve lo
garantisco!)…e poi via alla grotta del palo.
Il gruppo di lavoro alla "Grotta del Palo" (Foto: Paladino) |
Tratto iniziale della Grotta del palo, al termine della zona di crollo (Foto: Paladino) |
il palo dal quale prende il nome la grotta (Foto: Paladino) |
Una volta entrati e suddivisi nelle nostre
squadre, abbiamo iniziato il rilievo. Armati di bussola, inclinometro e disto
abbiamo preso le misure. Attenzione al palo! Essendo di ferro può influire con
la bussola, quindi fate attenzione a non avere oggetti che influenzano le
misure nei vostri dintorni (anche le batterie delle torce) altrimenti quando
riportate i dati su carta, rischiereste di scoprire stanze o finire in zone che
non esistono!!! Ve lo garantisco!!!
Con Rocco, ci siamo alternati a prendere le
misure e riportarle nella nostra tabella con i vari capisaldi, mentre Roberto e
Vincenzo ci guidavano con grande dedizione nelle nostre attività, facendoci da
capisaldi, e dandoci preziosissimi consigli su come pianificare il nostro
percorso, come prendere le misure, appuntarsi informazioni utili quali la
presenza di stanze o forme di sassi che poi potremo usare per arricchire il
nostro rilievo, o caratteristiche delle pareti, del soffitto, del terreno su
cui ci muoviamo. Quante cose si possono annotare…e quante cose poi scopri di
non aver annotato che potevano essere utili!!! Questo è il bello del
rilievo…dare vita alla grotta attraverso i nostri occhi…e cercare di carpire
quante più informazioni possibili per farle un bel ritratto!!!
Con Rocco, mentre prendiamo le misure in corrispondenza dei caposaldi (Foto: De Marco) |
Terminato il rilievo, siamo tornati al
punto di partenza. Il nostro percorso era iniziato in corrispondenza di una
diramazione. E la tentazione di andare a scoprire cosa nascondeva il secondo
ramo era tanta… perciò via, giochiamo a fare un po’ gli esploratori. Raggiungo
quindi Michele e le sua squadra nel secondo ramo di grotta, quello che si
apriva verso il basso. Una piccola sala col soffitto coperto di stalattiti,
ognuna con la sua gocciolina, si apre ai nostri occhi. È sempre emozionante
vedere queste formazioni…pensare che quegli ambienti crescono, cambiano, goccia
dopo goccia, in tempi lunghissimi, che vanno ben oltre la nostra normale
concezione del tempo!! Con Michele, proviamo ad addentrarci in qualche
strettoia curiosi di scoprire dove porta la grotta, se prosegue, se consente di
continuare. Qualcuno ci è già passato. Una freccia fatta con del carburo indica
la direzione da seguire. Ogni apertura, ogni vuoto, ci porta ad acuire la vista
per vedere se di là si può continuare…e si prova a infilarcisi, a strisciare, a
volte con un po’ di contorsionismo, spinti dalla curiosità dell’esplorazione.
Il tetto di stalattiti nel ramo inferiore della grotta del palo (Foto: Martimucci) |
Torniamo indietro, raggiungiamo Vincenzo
che è intento a capire dove tira l’aria tra le insenature della grotta. E poi
riprendiamo la strada verso l’uscita.
Ci aspetta la seconda parte del lavoro:
riportare su carta i nostri dati.
Sempre sotto la guida di Vincenzo e
Roberto, dai quali cerco di rubare quanta più conoscenza possibile, con Rocco
iniziamo a tracciare la nostra poligonale. Scegliamo il punto in cui
posizionare il caposaldo 1 e poi via con la sezione, direzione della bussola, valori
di distanza in orizzontale, misura dell’altezza, distanza da terra, distanza
parete a destra e a sinistra. La nostra grotta piano piano prende forma. Ed è
bello vederla formarsi sotto i nostri occhi. Aspetta, qui abbiamo preso quella
fessura, qui eravamo su quel masso, qui ci siamo appoggiati a quella parete, ti
ricordi? E qui…qui…qui che cosa c’era? Per fortuna abbiamo fatto qualche foto, così
ci mettiamo a studiare quelle per poter riportare sul nostro disegno quante più
informazioni possibili. Osservo con grande attenzione come Vincenzo arricchisce
la sezione con particolari come zone di crollo, massi, e lo sfumato che rende
l’idea delle pareti che racchiudono quei vuoti…ne rimango affascinata. Piano
piano vedo affiorare quegli ambienti che abbiamo percorso poche ore prima. Ogni
tanto vado a sbirciare il rilievo degli altri, ci diamo consigli, proviamo ad
unire i vari rilievi per dare una visione generale dello sviluppo della grotta.
Angela nel suo rilievo riporta anche le foglie presenti nel tratto iniziale… (lei,
con la squadra di Nino, si era recata all’altra grotta). Ecco cosa significa
dare una forma alla grotta attraverso i propri occhi. Ognuno può scorgere
particolari differenti, darle una propria anima. E noi che non ci siamo stati
possiamo sapere che all’imbocco di quella grotta cammineremo su un tappeto di
foglie!
Si sono fatte le 19.30, è ora di cena.
Lasciamo sui tavoli i nostri rilievi, squadre, goniometri, righelli,
matite…termineremo il lavoro domani.
Alcuni momenti durante la restituzione del rilievo (Foto: Paladino) |
Dopo una lauta cena, ci dirigiamo verso la
sede della protezione civile. Questa sera la riempiamo tutta!! Il giorno dopo a
darci il buongiorno un timido sole, che inizia debolmente a riscaldare e
sciogliere il sottile strato di ghiaccio che si è formato durante la notte. Che
freddo!! Passeggiando per le viette di Satriano per raggiungere il bar che ci
aspetta per la colazione, posso ammirare i numerosi murales che arricchiscono i
muri delle case. Ce ne sono più di cento mi informa Rocco. E illuminati dalla
luce del sole fanno davvero un bell’effetto.
Caffè, cornetto…e via a terminare i nostri
rilievi. Manca da finire la pianta della grotta. Questa volta provo a
cimentarmi nel disegnare i particolari...nel fare lo sfumato con le dita (tanto
odiato da Giacomo!!). Il rilievo va poi completato inserendo nome e località
della grotta, coordinate GPS, persone che hanno rilevato. Decidiamo di dare un
nome alla grotta. Quel palo della trivella è rimasto impresso a tutti. Forse un
po’ stona con l’ambiente circostante ma proprio per questo è ciò che la
distingue. Decidiamo quindi di chiamarla (provvisoriamente) la ‘Grotta del
Palo’!!!
Il lavoro è terminato. E ci avviamo alla
conclusione.
Il risultato finale del nostro lavoro di rilievo (Foto: Paladino) |
E’ stato un week end bello e intenso. Sono
molto contenta e soddisfatta di come si è svolto il corso e di tutto quello che
ho imparato. La compagnia è stata a dir poco coinvolgente ed è stato bello trascorrere
queste due giornate insieme. Una volta ricevuti gli attestati di
partecipazione, arriva il momento dei saluti. Il tempo sembra volato, ma al
contempo sembra di essersi conosciuti più di un giorno fa.
Il prossimo appuntamento è per la seconda
parte del corso, l’ultimo week end di aprile, dedicato al rilievo digitale.
Un grande grazie a chi ha organizzato, agli
istruttori che ci hanno seguiti in questi due giorni, che ci hanno guidato
dandoci suggerimenti e insegnamenti che vanno ad arricchire il nostro bagaglio
di conoscenze in questo mondo della speleologia.
E mi piacerebbe concludere con un messaggio
che Paolo ci ha lasciato al termine del corso:
‘Cerchiamo di aprirci come gruppi, di
condividere, di aiutarci… perché solo così si può crescere!!’.
Dopo questo corso, decisamente credo siamo
tutti cresciuti un po’!!!
Livia
1 commento:
QUESTO E 'UN MESSAGGIO ILLUMINATO UFFICIALE NEL MONDO
NOTE: NON PUOI CONTATTARE UN SACRIFICIO UMANO
Puoi contattare l'agente del tempio tramite WhatsApp: +2348147766277
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