L’Immacolata si stava avvicinando e un ponte di 3 giorni era una buona
occasione per organizzare qualche giretto fuoriporta per andare a vedere e fare
qualcosa di diverso.
Tullio ha proposto di andare domenica 7 dicembre all’Abisso di
Trebiciano, grotta che si apre sul Carso triestino nell’omonimo paese a circa
150 metri dal confine sloveno. E’ una grotta verticale, di circa 330 metri di
profondità che sul fondo intercetta la falda acquifera che, scorrendo verso
Duino, riemergerà a giorno, cambiano il nome da Reka (Fiume in sloveno) a
Timavo, riprendendo il ruolo di fiume superficiale che aveva perso alle pendici
del Monte Nevoso, ove si inabissa scomparendo all’interno delle rocce
carbonatiche che costituiscono tutto il complesso del Carso. Il ritrovo è per domenica mattina alle 8.30 in un piccolo parcheggio a Trebiciano. C’è chi parte da Padova la mattina presto (Tullio, Gianfranco, Monica), chi ne ha approfittato ed è partito di sabato passando la notte in un ostello molto carino a pochi km al di là del confine (Andrea, Diana) e chi fortunatamente ha la casa a 1h di macchina da Trieste (Io). In totale, tra membri del G.S.P. e aggregati, siamo in 13. Appena scopro che nel nostro gruppetto c’è anche l’Istruttore Nazionale Michele Tommasi, scherzosamente alzo gli occhi al cielo dal momento che, esattamente un anno fa, è stato tra i miei esaminatori all’esame per Istruttori Sezionali di Speleologia.
Il clima è abbastanza freddo e soffia la Bora (fortunatamente non
spira così forte come potrebbe fare).
Ci cambiamo, ci avviamo e imbocchiamo il sentiero che porta verso
l’abisso. Percorriamo circa 1 km incrociando persone che vanno in mountain bike
o fanno jogging.
2 intrepidi – Foto Diana Carratta
Entrata grotta
– Foto Alberto Ciampalini
Inizia la discesa, tutti partono mentre io, Andrea e Diana rimaniamo
un po’ indietro per fare foto più goliardiche che artistiche. Abbiamo anche
interpretato a modo nostro il motto “puliamo il buio”!
"Puliamo il buio" – Foto Diana Carratta
Non cantar vittoria - Foto Diana Carratta
Dal punto di vista storico, queste scalette sono testimonianza di
quelli che sono stati gli albori della speleologia italiana e le motivazioni
che hanno spinto i nostri predecessori a portare tutto quel materiale
all’interno della grotta (le scalette in legno del 1842 sono state sostituite
con quelle in acciaio nel 1983). Arriviamo al fondo e, senza girarmi, capisco
subito che è un ambiente enorme da come le urla degli altri speleo che sono
nella sala rimbalzano con un eco multiplo sulle pareti rocciose
OOOOOHOOOO-oooohoooo-oohoo-oho …..
Vista
dall’alto del Lago G. Timeus – Foto Tullio Penzo
Per arrivare si scende un’imponente deposito di fango che è costituito
dai sedimenti che il “Timavo” rilascia durante le fasi di piena.
Guardando attentamente si possono notare frammenti bianchi di gusci di
piccoli bivalvi.
Proviamo a fare qualche fotografia intanto che il gruppetto di testa, che
già da un po’ era arrivato nel salone, comincia ad avviarsi per la risalita.
La risalita è stancante per la monotonia degli ambienti più che per il
dislivello. Arrivati all’uscita, ci rimettiamo in marcia fino alle macchine
dove ci vestiamo e ci salutiamo tutti.
Tutti ripartono in direzione casa mentre io, Diana e Andrea rimaniamo
in Slovenia perché l’indomani avremmo avuto un’altra uscita entusiasmante…
speleo-fotografie con l’S-Team!
Torniamo tutti e tre all’ostello Ociski Raj, un ostello semplice ma
molto accogliente, personale gentile e simpatico, ambiente tranquillo e con una
bella vista sul paesaggio montano che ci sta attorno.
Facciamo la doccia, ci cambiamo e mangiucchiamo qualcosina.
Visto che è ancora presto, verso le 17 decidiamo di andare a passare
la serata a Trieste. Dopo mille giri e peripezie tra le strade del capoluogo troviamo finalmente posteggio e ci incamminiamo in direzione di Piazza
Unità d’Italia dove scopriamo che il Municipio è illuminato da una serie di
giochi di luci costruiti appositamente per la facciata del palazzo stesso.
Giriamo per
la città, andiamo a vedere il teatro romano, la chiesa dedicata a Sant’Antonio
taumaturgo, mangiamo frittelle (come il clima natalizio richiede) e ci fermiamo
a bere un aperitivo nello stesso bar dove tutti i giorni ci veniva a prender il
caffè lo scrittore Umberto Saba.
Verso le 21
andiamo a mangiare e poi torniamo all’ostello.
Durante
l’abbondante colazione arrivano i nostri 2 “condottieri” Sandro e Simona
dell’S-TEAM. Diana da appassionata di fotografia è già elettrizzata alla sola
presenza di Sandro, Alberto è più composto e ha una gran voglia di fare una
bella figura col nostro Fotografo!
Io esco un
attimo prima degli altri e comincio a saltare sul trampolino elastico che sta
sul giardino dell’ostello, non tanto per riscaldamento muscolare, ma perché era
da un bel pezzo che volevo provare uno di quei cosi, troppo divertente!
Si parte.
Avremmo fatto sì e no 2 km di macchina, abbiamo parcheggiato l’auto davanti ad
una chiesa e iniziato una stupenda passeggiata di un quarto d’ora per arrivare
agli ingressi delle grotte, tutte vicine tra loro. Qua l’inverno è arrivato un
po’ prima e gli alberi sono completamente spogli, si cammina su un soffice tappeto
di foglie secche nel bel mezzo di un bosco affascinate e magico.
Sottobosco
con 4 intrepidi speleo a passeggio – Foto Sandro Sedran (S-Team)
Immaginavo
ci volesse più tempo e più pazienza dopo essermi letto il “manuale” dello
speleo-fotografo di Sandro e invece il tutto è stato molto più semplice del
previsto!
Vista della
cascata – Foto Sandro Sedran (S-Team)
Poi in un
momento di svago mi sono messo ad arrampicarmi su un albero nei dintorni della
cascata e puntualmente vengo preso di mira dalla fotocamera di Diana!
Ma non c’è
tanto tempo da perdere, c’è la Miškotova Jama v Lokah (Grotta dell'Arco
Naturale) ad aspettarci... Che spettacolo! L’ingresso è incredibilmente
scenico, gli archi naturali sono imponenti e suggestivi, all’interno della
grotta scorre un torrente che lascia sul pavimento calcareo una bella patina
gialla. Qua ci fermiamo un po’ di più a fare foto, l’ambiente merita tutto il
nostro tempo.
Ci fermiamo
dopo un centinaio di metri perché dinanzi a noi si presentano pozze profonde,
bisognerebbe proseguire con delle mute e fare canyoning!
Controluce
multiplo – Foto Sandro Sedran (S-Team)
Foto di
gruppo – Foto Sandro Sedran (S-Team)
A tavola! –
Foto Diana Carratta
Siamo
rimasti tutti molto soddisfatti dalle bellezze naturali che si sono presentate
ai nostri occhi e rivederle nelle foto di Sandro rimangono ancora più impresse
nelle nostre memorie.
Non capita
tutti i giorni di avere il piacere di poter collaborare con un fantastico
fotografo delle grotte…ma stavolta è capitato…
Grazie!
- Per il
post dell’S-Team: http://www.speleo-team.it/2014/12/ocizla.html
- per le
altre foto della giornata con l’S-Team: https://www.flickr.com/photos/33574189@N05/sets/72157649628083276/
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