martedì 28 febbraio 2017
Il Gruppo Speleologico Padovano al Carnevale di Mirano!
Il 27 febbraio, in occasione della grande festa di Carnevale organizzata dal comune di Mirano, la piazza era gremita di persone sorridenti, che osservavano curiose i favolosi spettacoli di strada, gli altissimi trampolieri, la banda del paese, le coreografie!
Una festa partecipatissima, ben organizzata, con un presentatore d'eccezione che rallegrava i presenti senza perdere un colpo.
E' il modo più bello di vedere e vivere la piazza di un paese, tutti giù dalle scale, fuori dai cancelli di casa, a condividere qualche momento di gioia con i vicini, i colleghi, i compagni di scuola, gli amici, sotto un bel sole caldo e foriero di primavera.
Così si presentava la situazione ieri intorno alle 15, momento in cui ben otto Pulcinella si sono calati dalla torre campanaria, acclamati dal pubblico stupito e curioso. Otto Pulcinella parecchio originali: un orsacchiotto, un cow boy, due Pulcinella tradizionali, due speleologi del Gruppo Speleologico Padovano (con le tute ancora sporche di fango dalla domenica), e due alpinisti modernamente vestiti ma mascherati.
Gli alpinisti si divertivano a tirare i coriandoli dall'alto, facendo funamboliche evoluzioni nella discesa in corda doppia, gli speleologi invece risalivano la corda alla classica maniera del bruco, per poi lanciarsi nella discesa mancando di poco la lancetta dei minuti del grande orologio. Una volta scesi, grandi e bambini accoglievano gli strani pulcinella a colpi di coriandoli, fotografie, domande ed applausi.
Il panorama dal cornicione del campanile, a circa 40 metri di altezza, era davvero bello, l'occhio poteva spaziare sul centro, sui paesini vicini e sulle persone presenti, travestite, colorate e tante da riempire due piazze!
Quello del 27 febbraio è stato davvero un pomeriggio meraviglioso, questo grazie al Comune di Mirano, al CAI di Mirano - sezione Alberto Azzolini con i suoi esperti istruttori della scuola di Alpinismo, al Gruppo Speleologico Padovano CAI e a tutti coloro che hanno deciso di usare la piazza per il suo scopo più bello: unire!
Valentina
Campo Base
Gruppo Speleologico Padovano CAI
martedì 21 febbraio 2017
Grotta Gualtiero Savi... la grotta dei sogni
Con un fitto scambio di e-mail durato circa un mese e
con un preciso Daniele che ci metteva a conoscenza degli sviluppi, abbiamo
concretizzato l’uscita di domenica 19 febbraio che ha visto come protagonista
la Grotta Gualtiero-Savi in quel di San Dorlingo della Valle (TS)
Numero di partecipanti ammessi: dieci. Non uno di più,
né uno di meno.
Quindi potete immaginare: una caccia al posto per
poter essere privilegiato visitatore di una grotta che mantiene tutte le
promesse del secondo nome con cui è conosciuta, la “Grotta dei Sogni”.
I fortunelli dell’S-Team siamo io, Alberto, Ak,
Chiara, Daniele e Filippo. Compagni di avventura sono Alberto “Rabo”, Claudio,
Massimo, Valentina del Gruppo Speleologico Padovano. In questa giornata siamo
tutti agli ordini di Rabo, sarà lui il fotografo della situazione. Tranquilli, l’S-Team
non si è ammutinato, e non abbiamo legato, imbavagliato e rinchiuso Sandro
dentro un armadio; gli abbiamo dato semplicemente un giorno di libertà.
Ci ritroviamo tutti alla pasticceria di Basovizza: è
impensabile andare in grotta senza una doverosa colazione! Tra l’altro per una
volta ce la siamo potuta prendere comoda, sono le 10 e stiamo ancora sorseggiando
il nostro caffè con tutta calma, mentre di solito ci facciamo di quelle
levatacce…
Daniele si è accordato con i ragazzi del gruppo
Commissione Grotte E. Boegan di trovarci indicativamente per le 10.30 al
parcheggio che solitamente viene usato come riferimento, ovvero alla Locanda da
Mario a San Dorlingo della Valle (TS).
Puntuali, Giannetti e Cristina ci raggiungono,
chiacchieriamo un po’ e, appena sono tutti pronti, ci accompagnano verso
l’ingresso alto della grotta, che è protetto da una botola per preservare da
incauti e vandalici visitatori quella che è la bellezza di questa grotta.
Con loro studiamo il rilievo della cavità e il
percorso da seguire (classico, senza deviazioni, fino al Ramo del Tuono), ci
informiamo sulle tempistiche e prendiamo gli ultimi accordi per l’orario di
uscita.
Oggi testerò per la prima volta anche la GoPro di
Massimiliano, che si è gentilmente preso la briga di proteggerla dentro ad una
custodia anti-urto e di installare un’impugnatura che mi renderà oggetto di
scherni per tutto il giorno (leggasi: zimbella). Naturalmente da gran signorina
quale sono, ad ogni battuta, rincaro la dose.
Intanto, uno ad uno, iniziamo ad infilarci
nell’ingresso e subito, senza nemmeno aver il tempo di abituare gli occhi al
chiaro/scuro della grotta, rimaniamo circondati da ambiente che non si può
esprimere a parole. Ce ne sarebbero moltissime da poter usare, ma nessuna ne
sarebbe all’altezza.
La Grotta dei Sogni!
Giannetti diceva bene: a conoscere la grotta, in venti
minuti si arriva al Ramo del Tuono. Ad ammirare la grotta, ci si può impiegare
delle ore.
E siccome abbiamo dato tutti la disponibilità a Rabo
per fare delle foto, decidiamo di partire e di procedere in direzione della
nostra meta senza fare troppe tappe. Cosa ovviamente impossibile, io e Filippo
filmiamo a tutto spiano!
Concrezioni Coralloidi - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
Stalagmite con concrezioni coralloidi - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
Manca poco! - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
La grotta si alterna in grandi sale e in strettoie.
Sono in tutto 5 quelle che dobbiamo affrontare ma tutte agevoli e mai veramente
così strette.
La prima sala che incontriamo è la Sala dei Laghetti,
caratterizzata da evidenti scallops, ma ricca di stalattiti, stalagmiti,
stupende colate, e queste vaschette cristalline che badiamo bene di non
sporcare coi piedi per poter fare al ritorno delle belle fotografie.
Galleria con impronte da corrente "scallops" sulla sx e divisa al centro da una grossa colonna - Foto: A. Ciampalini |
Superiamo la strettoia n.1. Una seconda strettoia. Ed
ecco la Sala del Fango. Certo, il nome potrebbe spaventare, ma vuole
semplicemente indicare lo strato di fango che ne ricopre il pavimento. Anche
qui, però, non mancano le concrezioni, anche di notevoli dimensioni. Ci
incuriosisce una vela che, lavorata dall’acqua, pare quasi arrugginita e
corrosa.
Strettoia n.3 e Galleria dei Crolli.
Strettoia n.4. Arriviamo al Calvario (che poi tanto
calvario non è). Una galleria il cui soffitto permette solo di strisciare, ogni
tanto si riesce a gattonare, un percorso tortuoso che comunque velocemente
finisce riportandoci alla posizione tipica dell’ Homo Sapiens, quella eretta.
Discendiamo di alcuni metri mediante l’uso di una
scala fissa ed arriviamo ad una zona di crollo dove, utilizzando un cavo
d’acciaio, riusciamo a risalite agilmente per arrivare a Sala Morpurgo,
crocevia della grotta, dalla quale partono i rami principali. Ma non è la
nostra meta, dobbiamo ridiscendere il cavo d’acciaio utilizzato poco prima e prendere
una deviazione (ora alla nostra sinistra) che ci porta alla Galleria delle
Eccentriche, dove veniamo praticamente circondati da concrezioni di ogni tipo…
Ci arrendiamo a tanta bellezza e cominciamo a curiosare in giro, è un bombardamento
di stupore, dietro ad ogni angolo c’è qualcosa di stupefacente.
I cristalli di calcite ricoprono ogni cosa e guizzano
fulminei sotto la luce delle nostre lampade, saltelliamo di qua e di là come
dei bambini impazziti!
Eccentriche - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
Eccentriche - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
Ora non ci resta che trovare il passaggio che ci
condurrà al Galleria del Tuono... cosa mica semplice, sappiamo essere una
stressa fessura nascosta tra le colonne in fondo alla sala, ma lì è pieno di
colonne!
Cerca cerca, finalmente troviamo la via. Ci infiliamo
come sardine dentro un passaggio abbastanza lungo dove si striscia per un paio
di metri e, uscendo, ci infiliamo di nuovo tra alcune colonne e … OPLA’, eccola,
la nostra Galleria del Tuono!
Qua la tanto famosa “gabbia” concrezionata che
racchiude al suo interno dei preziosissimi “fiori” di calcite, sembrano quasi
delle ninfee.
Qui abbandoniamo Alberto a fare foto e proseguiamo
rapiti da tanta bellezza. La galleria si fa più ampia e evidenzia zone di
crollo, ma senza difficoltà ci arrampichiamo dove necessario sui grandi massi.
Qui un altro corridoio. Ormai siamo distanziati tra di
noi, alcune soste sono inevitabili per potersi guardare intorno e ammirare
tutto ciò che la grotta ha da offrire! Provvidenzialmente una luce, quella di
Daniele, mi indica dove è nascosta la deviazione per arrivare alla nostra
ultima tappa.
Vedendomi arrivare, prosegue, io rimango ad aspettare
Ak e gli altri. Risaliamo insieme uno scivolo di roccia che dolcemente ci porta
al Sala Martinolli con i suoi laghetti cristallini e le concrezioni a “uovo”.
Sembra un paesaggio incantato, la location perfetta
per una fiaba.
Laghetto cristallino con concrezioni a "uovo" - Foto: F. Rossetto |
Pavimento di cristalli - Foto: Filippo Rossetto/Chiara Bagarello |
Ecco, il nostro giro è completo. La fame comincia a
farsi sentire, abbiamo cercato di non fare soste e tenere un buon passo, ma
l’ora di pranzo è passata da un pezzo...
Facciamo dietro-front e ci raduniamo tutti in una zona
del Ramo del Tuono. Daniele ci indica alle nostre spalle una diramazione che
porta alla Piccola Galleria Bianca. Uno a uno andiamo a curiosare, ma non ci
addentriamo troppo… tutto sembra così fragile, e non vogliamo certo essere
troppo avventati. Qui la calcite le fa da padrona.
Controlliamo l’ora. Siamo in linea con la tabella di
marcia, è ora di raggiungere Alberto che intanto ad aspettarci si sarà
concrezionato pure lui…
Il ritorno lo dedichiamo alla fotografia e ci mettiamo
a disposizione per le sue foto. Così, appena lo ritiene necessario, ci fermiamo
in massa a provare qualche scatto. Chi non è impegnato a fare il modello o la
torcia umana, trova il modo di rendere le pause piacevoli “suonando” le
concrezioni e intonando qualche canzone.
Quando usciamo sono forse le 17, il cielo è ancora
chiaro. Tentiamo di chiudere Massimo all’interno della grotta e di abbandonarlo
lì, ma forse gli faremmo solo un piacere… Così torniamo verso le macchine e
dopo un’ora abbondante siamo finalmente seduti alla Locanda Da Mario per una
cenetta con i controfiocchi!
Un doveroso ringraziamento è da fare al Gruppo Boegan
per la disponibilità e a Daniele per aver organizzato e studiato a tavolino
questa giornata.
Alla prossima avventura!
Bianca
Foto di gruppo! Lingua fantozziana mode on |
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