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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
E’ passato qualche giorno ormai,
ma basta distogliere il pensiero dalla quotidianità che la mente torna
velocemente lassù, oltre quel mare di nubi dove le cime del Pelmo e
dell’Antelao svettavano, padrone assolute di quell’immensità che noi, pochi e
piccolissimi di fronte a tale spettacolo, abbiamo potuto contemplare, in
silenzio, col groppone in gola per l’emozione, in compagnia dei Giauli, gli
antichi e leggendari abitanti di quelle lande desolate ed Ebelis, la
“Dinogiaula”, figlia di Mauro Lampo, portata lassù per vegliare sulle
antichissime tracce dei suoi predecessori.
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
L’eco dell’elicottero,
fondamentale nel trasporto di materiale e persone, risuona ancora nella vastità
e imponenza del Caregon, l’enorme circo glaciale alla base della vetta del
Pelmo, montagna splendida, maestosa ed allo stesso tempo temibile e minacciosa. Sbarcati dall’elicottero su
quella lama di roccia larga 4-5 metri a picco sul nulla che costituisce lo
spallone est, si percepisce immediatamente che siamo fortunati ospiti e
spettatori di un ambiente idilliaco.
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
Da lassù, in lontananza, vediamo
sbocciare come dei piccoli funghi le tende del campo base, montanto dai ragazzi
della 2° squadra, quella sul Caregon, e lì vediamo partire, come piccoli
puntini, pronti per esplorare, rilevare e placchettare i pozzi dell’area. Basta semplicemente girarsi, e il
nostro sguardo precipita di oltre 1000 metri giù, verso quel mare di nubi che
nasconde tutto e che ci regala un panorama mozzafiato. Ma noi siamo lassù, testimoni di
una camminata fatta milioni e milioni di anni fa da un dinosauro, forse due
addirittura, il tutto mentre Tono e Cesco sono laggù, appesi, a pendolare a 200
metri dal nostro campo base “Vertigine”, con un unico scopo, raggiungere la 2°
Grotta dei Giauli.
Obiettivo che verrà raggiunto solo la sera del sabato, dopo
non poche difficoltà, festeggiato dal suono, unico ed emozionante, delle
conchiglie del nostro scultore, suono che rimbomba tra le pareti di questa
montagna magnifica, per arrivare, forse, a qualche orecchio laggiù, sotto quel
mare di nuvole
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
Quell’immensità di nuvole
bianchissime però impedisce all’elicottero di venire a recuperarci, siamo
testimoni di uno spettacolo indescrivibile per più di mezza giornata, ma non
possiamo farci cogliere al buio da questa montagna, quindi via radio
comunichiamo all’altra squadra che dovremmo scendere a piedi, abbandonando le
reti con tutto il materiale. Così quei 14 puntini si uniscono
e attraverso le nebbie sotto il Caregon si osserva questo originale serpentone
di persone che si avvicinano alla Cengia di Ball, con i suoi passaggi assai
“panoramici”, giù verso la normalità di tutti i giorni, mentre lassù Ebelis,
ormai sola, ci accompagna con lo sguardo.
In questo clima quasi magico, al
limite tra la realtà e la fantasia, è trascorso un weekend difficilmente
ripetibile, reso magnifico da tutti i partecipanti.
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Foto: Monte Pelmo (Luca Gandolfo) |
Grazie a tutti....
Sponsor by: Crema Sport (Pd),
Dolomite, Bialetti, Ferrino.
Luca