lunedì 30 ottobre 2017

Giornata di test e prove tecniche sui materiali

Già da qualche tempo osservavo con “invidia” i colleghi speleologi che mi stavano precedendo in questa esperienza; finalmente anche per me l’opportunità di andare a visitare il Centro Studi Materiali e Tecniche del CAI.
Complice di ciò, l’amico Alberto del Gruppo Speleologico di Padova, che ha invitato me e i membri dell’S-Team.
Premessa: a me più di tutto interessava il lancio dalla Torre e spatociarmi al suolo in qualche simulazione di cedimento di frazionamento, tanto per intenderci. Già mi immaginavo il polpettone però che mi sarei dovuta subire al laboratorio del Centro. Coefficienti, fattori di caduta.. mi vedevo già appoggiata ad una parete a fissarmi le punte dei piedi…
E invece….NO!

Ci troviamo alle 8 direttamente al Centro Studi Materiali e Tecniche del CAI a Villafranca Padovana che, qua copio e incollo, svolge attività di studio dei problemi di assicurazione dinamica (io meglio non avrei potuto scriverlo). Il gruppo S-Team partecipa ed è rappresentato dalla sottoscritta, Massimiliano, Filippo e Stefano (che poi è anche membro del Gruppo Speleologico Padovano). Poco dopo arrivano altri partecipanti, riconosco Robertino dell’Unione Speleologica Pordenonese e insieme a lui ci sono Barbara, Laura, “Gigione”, Andrea e altri. Del Gruppo Speleo I Barbastrji di Marostica ci sono Massimo e Silvia, del Gruppo Speleologico Padovano ci sono Claudio, Sara, Adriano, Giancarlo, poi conosco Federico (?) del Gruppo Speleologico Opitergino Oderzo.
I nostri preziosi insegnati di oggi, invece, sono Sandro Bavaresco e Cristiano Zoppello, quest'ultimo sempre del GSP.



 

Come dicevo, già immaginavo gran sbadigli.. interminabili litanie sul come cadono gli oggetti (o gli speleo)..
Tuttavia, passo un intera mattinata a saltellare da un macchinario all’altro, emettendo acuti gridolini di sorpresa ogni volta che una corda si lacera o un moschettone salta (ogni volta mi veniva un colpo!). Mi segno tutto con cura, mi sento un panzer da appunti!
La prima tipologia di macchinario è quello che chiamerò “spezzaossa” perché nessuno se ne ricorda il nome. E’ inutile che mi perda in disquisizioni scientifiche e spulciature su Wikipedia, farei solo una figuraccia. Ve la spiego così: uno spezzone di corda (dinamica, statica, o di qualsiasi altro tipo ma comunque senza nodo) veniva ben legato a questo macchinario che ne tirava le due estremità. Ad un certo punto, in maniera più o meno elastica, questa si spezzava in due (segue urletto di paura). Dallo schermo di un PC si poteva evincere il carico di rottura della corda utilizzata in una situazione di TRAZIONE LENTA.




Il secondo macchinario è sempre a trazione lenta e lo vediamo all’opera su corde con nodi, moschettoni con o senza ghiera a leva aperta o chiusa, maglie rapide, maniglie, cordini. Anche qui tutto salta, si strappa, qualcosa in maniera accelerata come un’esplosione, altro in modo lento e fluido.



Il terzo è il Dodero (che si pronuncia “doderò”) una torretta che permette lo studio delle forze d’arresto su masse cadenti di circa 80kg (che, per pura coincidenza, potremmo associare al peso di uno speleo). Cosa fa? In pratica simula l’effetto di caduta di un oggetto (speleo) sottoposto a gravità (che cade) con fattore di caduta 1 o 2. Il fattore di caduta è 1 quando siamo alla stessa altezza del nostro punto di assicurazione. Il fattore di caduta è il rapporto tra l'altezza della caduta e la lunghezza di corda su cui si cade e va da 0 a 2.


Qua la situazione si fa interessante. Possiamo osservare direttamente cosa succede quando cadiamo una, due, tre volte su longe vecchie o lesionate. O su cordini.
Considerazioni personali: quelle scientifiche le lascio agli esperti. Per quanto mi riguarda la metterei così: per le normative in essere, noi speleologi usiamo attrezzatura che ci dà un rage di sicurezza molto alto: corde lasciate in Genziana per 10 anni avevano carichi di rottura inaspettati! (Ovviamente i test su un solo campione non sono statisticamente rappresentativi o validi).
I valori dichiarati sono ben al di sopra delle nostre esigenze quindi sì, nonostante abbia osservato per tutta la mattinata corde si spezzavano, mi sono sentita rassicurata MA...
Esatto, un Ma. Questa sicurezza è data dall’utilizzo di materiale ben conservato e non antico di decenni. Ecco, se avete quei trefoli che si vedono nella longe, anche no! O quel bloccante ventrale coi dentini usurati.. fai sul serio?!
Quindi sì, vado in grotta e mi sento sicura, ma lo faccio anche con cognizione che la nostra attrezzatura è sottoposta a continue usure dovute a diversi elementi (umidità, calore, acqua, fango) e come tale dobbiamo usare il buon senso.

Nel pomeriggio ci siamo spostati alla Torre, sita al Centro sportivo Brentella di Padova.
Qua il tutto si è fatto tutto ben più spensierato. Pareva che fossimo degli studenti in gita. Ci siamo messi la nostra bella attrezzatura e ci siamo immolati in nome della scienza.






Come primo test, ci è stato indicato di pedalare di gran lena su una corda appesa alla torre, e di scendere possibilmente in “un colpo solo” per permettere ai tecnici del Centro di registrare i diversi dati.
Il secondo test ha visto i più coraggiosi (e che non avevano problemi di schiena) salire su una corda per simulare il cedimento del frazionamento. Si saliva sulla corda e ad un certo punto il simpatico Carlo “sganciava” il frazionamento facendo schiantare il fortunato speleo di turno.
Considerazioni personali: nessuna delle cavie umane ha lamentato dolori o “strattoni” alla schiena, solamente il senso di vuoto durante la caduta di un metro, al massimo due per i più sfortunati. Perché? Perché la “gravità” di una caduta non dipende dall’altezza da cui si cade, ma dalla lunghezza della corda che ne assorbe l’energia.
Nel terzo test, è stata fissato ad un’altezza X un elemento insidioso, ovvero un sasso che sfregava
volutamente la corda in un punto. A turno si saliva e ci cercava di “esasperare” l’effetto chewing-gum della corda perché questa si sfregasse per bene.
Noi purtroppo per questioni di tempo non abbiamo potuto vedere l’effetto finale (la rottura e la caduta), ma abbiamo testato che al terzo speleo i trefoli erano già ben esposti.
In una precedente simulazione, all’ottava salita la corda SI SPEZZAVA.
In questo caso, lascio a voi ogni riflessione.
Consiglio vivamente a qualunque gruppo di organizzare una giornata di questo tipo. Anche perché il mio grande timore è che il tutto fosse infarcito di matematica, formule e regole, invece le spiegazioni erano semplici e fruibili da chiunque!
E poi, dai, ci si può spataciare dalla Torre!!
Ancora un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile e così interessante questa esperienza!
Per contattare il Centro potete visitarne il sito internet , dove è pure possibile fare la prenotazione
online http://www.caimateriali.org/

Dimenticavo! Per vedere e capire cosa abbiamo fatto potete guardarvi il bel video di Alberto che in pochi minuti riassume un'intera giornata



Bianca (S-Team)

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