venerdì 8 gennaio 2016

Eterni Piani Eterni

Foto F. Sauro
Per alcuni anni ci siamo solo sfiorati, numerose son state le salite in Casera per i vari campi, ma tra sfighe varie e timori non si è mai presentata l’occasione giusta per capire veramente cos’è il sistema dei Piani Eterni..
Sono gli ultimi giorni di dicembre quando arriva uno scambio di mail per la punta ai rami di Dolina Verde del 3-4-5 Gennaio, la squadra è da paura: Cesco Sauro, Ciccio Ferrarese, Tono de Vivo, Andrea Pirovano, Filippo Gregori…. Impossibile rinunciare questa volta!
E’ la mattina del 3 Gennaio, dopo la pioggia della notte si parte da Padova con un bel sole, ritrovo a casa di Cco e via verso la Val Canzoi, dove ci troviamo con gli altri ai “4 Pass”.
Gli zaini come sempre fan paura e alle 3 e mezza ci incamminiamo verso Erera, dove arriveremo dopo 4 ore abbondanti di salita, in un’atmosfera ovattata da una fitta nebbia e un po’ di nevischio….tuttavia non fa freddissimo (-4°C) e in casera ci aspetta il solito Cicca con il suo minestrone ristoratore. Dopo cena, rilievi stesi sul tavolo e via a fare piani di battaglia per l’indomani e poi tutti in branda..
La notte trascorre tranquilla, merito anche delle temperature non troppo basse, e la mattina ci accoglie con qualche chiazza di cielo sereno e 15 cm di neve.
Accompagnati da Giorgia e Daniela ci avviamo verso l’ingresso di PE10..la strada, il bivio della vipera, Dolina Verde, “cabina telefonica” e poi giù costeggiando “dolina Bianca” fino all’ingresso.
Il clima è sereno, in tutti i sensi, ci prepariamo e alle 12.30 iniziamo la discesa… parte Cco con me a ruota e poi via tutti gli altri.. di materiale ne abbiamo parecchio quindi la discesa è abbastanza tranquilla: il primo pozzo, i traversi sopra il tappone di ghiaccio della “Issa”, gli “Stolti”, il P60, il Lago Berto e poi eccoci al Trivio da dove imbocchiamo le gallerie di Dolina Verde..
Dopo la prima parte orizzontale iniziamo a scendere vari saltini, troviamo le corde dei traversi armati l’estate scorsa e quelle della prima e unica punta quaggiù del 91’..le corde non sembrano male ma lascio immaginare a voi come sono gli attacchi in alluminio dopo 25 anni…..
Arriviamo in testa al P50, piccolo traverso e poi giù, gli ambienti iniziano a farsi grandi…ma questo concetto verrà totalmente ridimensionato da lì a poco tempo sul 130…..
Arriviamo alla base del 50 verso le 19.30 e, messi al riparo dalla cascatella e da eventuali sassi, ci prepariamo per una piccola sosta a base di brodo caldo e cibarie varie. Pochi metri più in là inizia il P130, Cesco e Filippo iniziano con il riarmo lungo la via vecchia di progressione, Tono e Cco nel frattempo risalgono il 50 per sistemare gli armi di partenza, io e Andrea aspettiamo al caldo dei nostri piumini ridendo e scherzando sul fatto che il Pantin di Andrea è rimasto in zaino…
Dopo un po’ arriva la chiamata da Cesco ad Andrea per iniziare la discesa sul pozzone, io aspetto Tono e Cco e dopo qualche minuto siamo appesi… il pozzone parte con una forra sfondata di 4-5 m di larghezza….frazio..tiro nel vuoto di una 30ina di metri… corda nuova da 9 e discensore consumato…cavolo se si corre!!!.. sotto il nero più assoluto… davanti, il nero più assoluto.....inizia un po’ di ansia…riecheggiano i rimbombi dei massi che Filippo sta disgaggiando per fare pulizia n metri più giù…..Pendolone e ritroviamo Andrea su una piccola cengia sospesa sul nulla… arrivano Tono e Cco, con lo spot dello Scurion riusciamo a vedere dall’altra parte del pozzo la corda di Felpe dell’estate scorsa, sarà a 30 m abbondanti dalla nostra posizione… Cco passa avanti e inizia la discesa del tirone nel vuoto per sistemare un frazio..poi parte Andrea.. e poi, non molto convinto inizio a scendere anche io…davanti e sotto il nero più totale… da un lato un’intera parete di massi instabili attaccati con il fango, ogni tanto, soprattutto con la discesa di Tono di poco dopo, qualcosa si stacca e sibila vicino alle nostre teste per poi schiantarsi 80/90 metri più giù..
3 frazi e siamo su una china detritica dove troviamo Filippo e iniziano i dubbi su quale sia il fondo effettivo del pozzo perchè davanti a noi continua il nero assoluto..bohhh..nel frattempo Cesco e Cco continuano ad armare una via laterale per evitare i comodini di roccia che ogni tanto arrivano da sopra e poi tutti giù.. altri 40 m e forse siamo a quello che è il fondo..
Un rapido check dei materiali ci fa capire che non ne abbiamo a sufficienza per armare anche il 50 che segue, così Tono e Cco decidono di armare almeno gli ultimi saltini fino alla partenza del 50.. e noi ci infiliamo nella galleria più promettente.. un centinaio di metri di condotta abbastanza bassa e sabbiosa, saltino di 5 m, salone, risalita di 7/8m, meandro, altra sala, da una finestra capiamo che siamo tornati sopra la base del 130 dove abbiamo lasciato il materiale in eccesso.. sono quasi le 3 del mattino, sonno e freddo iniziano a farsi sentire. Come ultima cosa Cesco e Andrea si infilano in uno sfondamento per arrivare sulla via che porta al 50… Decidiamo di tornare alla base del 130??, mangiare qualcosa di caldo e di avviarci piano piano in risalita.
La salita è lunga, dobbiamo salire tutti i primi 40 metri, accamparci sulla china detritica e aspettare che ognuno arrivi in cima al tirone ne vuoto per evitare problemi di sassi. Dopo un bel po’ sono in cima al 130, Andrea si è già avviato sul 50 sistemato in precedenza da Cco e Tono.. riparto anche io e arrivo in cima al pozzo abbastanza scoppiato di fatica. La salita da qui scorre lenta in compagnia di Andrea, Tono e un gran freddo…. le corde finiscono, gallerie di Dolina Verde, il “Sole che Ride”, Trivio e un po’ di riposo..è passata qualche ora dalla salita sul pozzone e inizio a riprendermi.
Dal Trivio decidiamo di fare la vecchia via bypassando il Lago e Berto, così in poco tempo siamo alla base del 60 dove ci raggiungono anche Cco, Filippo e Cesco e poi via, solo corda fino in cima agli “Stolti”, i traversi ed ecco la luce del giorno che illumina le colate di ghiaccio dell’ingresso, son passate 24 ore e usciamo baciati da una rara finestra di sole.
La stanchezza è tanta, il freddo anche ma le sensazioni che si provano sono indescrivibili… ci cambiamo in velocità e poi si rientra in Casera dove una buona pasta del Cicca ci rimette in sesto. Ma non è finita, zaini in spalla e giù verso la val Canzoi e finalmente alle 19 siamo al caldo dei “4 Pass” davanti a panini e birre medie.
Eterni Piani Eterni, il viaggio infinito…
Grazie ai compagni di avventura Francesco Sauro, Andrea Pirovano, Filippo Gregori, Giovanni "CCo" Ferrarese, Tono de Vivo..
Un pensiero ai ragazzi della punta verso Samarcanda Sandro Sorzè, Filippo Felici, Andrea Macauda, Marco Climber, Tommaso Sinico.
E un grazie alle nostre accompagnatrici Daniela Barbieri e Giorgia Ridomi

Luca Gandolfo

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